Marguerite Duras - Marguerite Germaine Marie Donnadieu - è stata una scrittrice francese. Rientrata in Francia dal Vietnam nel 1932, prese parte attiva alla resistenza durante l’occupazione nazista; deportata in Germania, nel dopoguerra militò nel partito comunista francese, da cui venne espulsa come dissidente nel 1950. Esordì nel 1942, con il romanzo Gli impudenti (Les impudents), e si affermò nel 1950 con Una diga sul Pacifico (Un barrage contre le Pacific), la cui prosa appare influenzata dalla narrativa americana (E. Hemingway, J. Steinbeck) e italiana (C. Pavese). In seguito la sua scrittura, tesa a illuminare i temi dell’attesa, dell’alienazione, dell’incomunicabilità, si è fatta più radicalmente sperimentale (adottando uno stile caratterizzato dalla brevità e dalla frammentarietà, emulo del linguaggio cinematografico), nei romanzi Lo square (Le square, 1955), Moderato cantabile (1958), L’amante inglese (L’amante anglaise, 1967), India song (1974). Con L’amante (L’amant, 1984, portato sugli schermi da J. Annaud) e Il dolore (La douleur, 1985) la scrittrice ha scelto la chiave autobiografica, ma parlando di sé in termini di estraneità. Ha affrontato il tema dell’amore al femminile in età avanzata, contro ogni conformismo sociale, nell’autobiografico Yann Andréa Steiner (1993, in cui narra del legame con l’assai più giovane poeta bretone) e in romanzi successivi: La vita materiale (La vie matérielle, 1987), Emily L. (1987), La pioggia d’estate (La pluie d’été, 1990). La D. scrisse anche sceneggiature (Hiroshima mon amour, 1959 di A. Resnais) e diresse vari film, tra cui India song (1974) Vera Baxter (1976) e Les enfants (1984).
«Nei libri in cui racconto la mia infanzia, ad un tratto non so più che cosa ho tralasciato e che cosa ho raccontato, credo di aver parlato del nostro amore per nostra madre, ma non so se ho parlato anche dell'odio, di quanto ci amavamo e di quanto anche riuscivamo a odiarci, vivendo quella storia di rovina e di morte che era la storia della nostra famiglia, una storia fatta di amore e odio, che sfugge ancora ad ogni mio intendere, che mi è ancora inaccessibile, celata nella profondità della mia carne, cieca come un neonato il primo giorno.» - Marguerite Duras, L'amante